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Sei alla ricerca di un’esperta in psicologia cognitiva professionale?
La Dott.ssa Di Nicola, psicologa-psicoterapeuta ha studiato Psicologia Clinica all’Università “La Sapienza”. Si è specializzata nella Psicoterapia Cognitivo – Comportamentale. E’ stata docente a contratto di Psicologia Scolastica e di Psicologia Dinamica. Perito tecnico d’ufficio (CTU) in ambito peritale. Svolge la libera professione presso il proprio studio privato, offrendo consulenze di sostegno psicologico al singolo, alla famiglia, alla coppia, ai bambini.
Sei alla ricerca di un’esperta in psicologia cognitiva professionale?
Il compito principale dello psicologo è quello di fornire i mezzi e gli strumenti per dare aiuto agli individui affinché diventino in grado di affrontare gli stress emotivi più disturbanti: un lutto, un abbandono, un cambiamento lavorativo, situazioni possono creare ansia patologica ed esaurimento fisico mentale.
Spesso, tra l’altro, il caso presentato non è il solo che affligge la persona e potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di problemi sottostanti molto più gravi.
L’obiettivo dello psicologo è quello di far venire a galla il vero problema senza giudicare il paziente aiutandolo a prendere consapevolezza che non è da solo nell’affrontarlo.
In alcuni casi, la persona che si rivolge allo psicologo può sperimentare paura e senso di debolezza personale per aver richiesto un consulto psichiatrico, a causa dello stigma che avvolge tutte le professioni che hanno per oggetto lo studio della mente umana.
La Dott.ssa Di Nicola si occupa con professionalità e attenzione delle problematiche di ogni paziente, cercando, con la sua collaborazione, la soluzione che favorisce maggiormente il suo benessere.
Sei alla ricerca di un’esperta in psicologia cognitiva professionale?
Spesso quando ci si ammala o quando si è molto stanchi perché stressati , ci sentiamo ripetere dal dottore la fatidica frase: “ lei ha bisogno di riposo ”.
Da sempre la medicina ha utilizzato il termine “riposo”, quale rimedio o coadiuvante nelle più diverse patologie ma i medici raramente entrano nei dettagli di cosa significa riposare; spesso associamo la parola riposo nei periodi di forte stress al termine “dormire”.
Le attività alternative, che la medicina propone che hanno come scopo e unica funzione quello del riposo o del recupero di energie perse è davvero limitata.
Pertanto obiettivo della psicologia è stato quello di fornire anche i mezzi e gli strumenti che potessero in qualche modo distendere e rilassare la mente e il corpo seguendo l’antico aneddoto: “ mente sano in corpo sano”.
Una distensione che favorisca le attività basilari del corpo e il loro equilibrio che si traduca in un miglioramento dell’intera esistenza dell’individuo.
Le tecniche di rilassamento si dividono a loro volta in
1. eteroindotte (basate su fattori esterni al soggetto,
2. autoindotte (basate su fattori controllabili dal soggetto come ad esempio il rilassamento progressivo di Jacobson e il training autogeno).
Noi prenderemo in questa sede in considerazione le ultime due tecniche.
Il neurofisiologo Jacobson ipotizzò l’esistenza nel 1930- 34 di una relazione tra stimoli emozionali e grado di tensione muscolare. L’emotività si traduce in tensione corporea e il grado di contrazione va a incanalarsi nei muscoli del corpo umano; facendoli contrarre sempre di più. E creando anche malattie psicosomatiche o croniche.
A tal proposito Jacobson si interessò agli studi di tensione muscolare in termini prettamente “neurofisiologici”.
Suo scopo fu quello di fornire uno strumento e una metodica che fosse in grado di realizzare un diverso rapporto con il mondo, che egli stesso chiama “visione rilassata della vita”:
Ogni pensiero, ogni percezione si correla ad una modificazione del tono muscolare.
Quando un soggetto impara a rilassarsi il suo sistema nervoso involontario sarà in grado di rilassare anche quello autonomo. Eliminare la tensione non solo restituisce al soggetto “la calma” ma gli consente di utilizzare il riposo come recupero di energie. Attraverso l’allentamento alla distensione l’individuo viene istruito a ridurre la tensione muscolare anche nell’ambito delle attività quotidiane.
Le tecniche di rilassamento se utilizzate possono sostituire validamente l’uso dei tranquillanti.
Prendendo in considerazione che nei paesi industrializzati il 60-70% della popolazione, sembra soffrire di malattie psicovegetative (malattie cardiovascolari; colesterolo, ipertensione, cefalee, gastriti). Pertanto il loro utilizzo promuove “la salute”degli individui.
Le esperienze con il rilassamento progressivo e il training autogeno dimostrano che più il corpo è strapazzato e meno vengono ascoltati i segnali di allarme (aumentando i sintomi psicovegetativi) maggiori saranno le conseguenze psicosomatiche. Le disfunzioni sono degli avvertimenti, agiscono a vari livelli e sono percepite in modo indifferenziato. Quando i sintomi non appaiono solo per un breve periodo, allora possiamo considerarli come segnali di allarme.
“Gli uomini supplicano dagli idei o semidei la salute ma hanno perso la capacità di preoccuparsi in prima persona della loro salute” (Democrito)
L’uomo odierno è come il malato immaginario della commedia di Moliere cioè il signor soffre sempre che subisce e non reagisce alla malattia, perciò conosce solo gli aspetti negativi della sofferenza; non sa quanto beneficio potrebbe trarre dallo stare bene e con un fisico privo di problemi. Gli restano solo i vantaggi della malattia per ricevere maggiore cura e premura da chi lo circonda.
Obiettivi delle tecniche di rilassamento:
• diminuzione del rischio malattia in generale
• abbassamento dell’ipereccitabilità emozionale (ansia, tachicardie, ipertensione)
• aumento dei processi di autoconsapevolezza
• aumento serenità
• regolazione della pressione corporea
• rilassamento del sistema cardiocircolatorio
• diminuzione dello stress
• diminuzione della stanchezza e apatia
• recupero energie in esaurimento.
IL TRAINING AUTOGENO
Nel 1932 Schultz pubblicò il libro “Training autogeno” avendo, già dimostrato che è possibile, per certe persone di buone capacità riflessive, determinare su se stesse e da sole la commutazione propria dello stato ipnotico. Partendo da questa considerazione l’autore mise a punto il training autogeno, un metodo che si avvale della ripetizione cosciente di alcune formule organizzate in una serie di esercizi. Con questo metodo si realizza l’autoipnosi che determina, per mezzo di particolari esercizi razionali, un cambiamento globale. La formula sulla quale è articolata l’esperienza di ciascun esercizio rimane un semplice appiglio per la comunicazione, il cui risultato dipende prevalentemente dalla disposizione interiore dell’individuo che è lasciato per la massima parte libero di attuare e valutare la propria esperienza. Ciò determina una prima esperienza di piacere e di rilassamento: la diminuzione della tensione muscolare che ne consegue favorisce la messa a riposo della “reazione di attacco o fuga”.
COME FUNZIONA?
Sappiamo che lo stato autogeno è molto simile nelle caratteristiche funzionali allo stato preipnagogico del sonno, sia per gli aspetti E.E.G., sia per l’andamento di alcuni parametri, quali la diminuzione della frequenza cardiaca e respiratoria, del tono muscolare, l’abbassamento della pressione arteriosa, la caduta delle catecolamine nelle urine. Tutte queste caratteristiche sono l’espressione di un prevalente tono parasimpatico nella regolazione del sistema nervoso autonomo.
IL TONO MUSCOLARE
La neurofisiologia che ha ben studiato il comportamento dei riflessi di postura, ha visto che un adattamento agli stimoli in condizioni di immobilità come nel training autogeno, implica una variazione plastica del tono muscolare di tutto il corpo, comportando un rilassamento generalizzato.
SIMPATICO/PARASIMPATICO
Il parasimpatico ha lo scopo di assicurare la funzione anabolica e rigeneratrice del sonno in contrapposizione al sistema simpatico che invece stimola la veglia e l’allerta determinando anche le cosiddette risposte di “attacco fuga”.
Bibliografia
Training autogeno – J. H. Shultz – Edizioni Feltrinelli (1996)
Rilassamento progressivo e desensibilizzazione sistematica dell’ansia – H. Brenner- Edizioni Paoline (1991)
DOTT.SSA DI NICOLA LORELLA
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