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L’ansia è da secoli oggetto di attenzione da parte di autori e studiosi: nella letteratura medica e psicologica negli ultimi 20 anni sono stati scritti più di 5000 tra libri e articoli su questo disturbo. L’ansia si fonda su una fondamentale sovrastima di un pericolo e su una sfiducia nelle proprie capacità di affrontarlo: gli schemi cognitivi relativi alla sensazione di pericolo interpretano quindi la realtà come pericolosa, e l’individuo come vulnerabile. L’ansia può essere scatenata da malattie fisiche, da stress esterni anche cronici, da fattori psicologici come eventi stressanti che indeboliscono la fiducia in se stessi.
Il panico è uno stato d’ansia acuto e intenso associato con altri sintomi drammatici di natura fisiologica, motoria e cognitiva: il metodo elettivo di trattamento dell’attacco di panico è rappresentato dall’approccio cognitivo comportamentale. La terapia si propone di aiutare il paziente a ristrutturare i suoi pensieri disfunzionali attraverso diversi metodi e tecniche: il training autogeno, la desensibilizzazione sistematica, il rilassamento progressivo, la correzione delle distorsioni cognitive dei pensieri disfunzionali.
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Ti senti spesso apatico, insonne, pessimista, vedi il bicchiere sempre mezzo vuoto e mai mezzo pieno?
La depressione
Il termine depressione indica quel particolare stato d’animo definito solitamente come tristezza, melanconia o abbattimento.
La tristezza è un aspetto della vita quotidiana di tutti gli esseri umani, ma quando supera certi limiti per intensità e durata e in particolare, quando modifica profondamente l’esistenza del soggetto che ne è portatore, diviene oggetto d’interesse psichiatrico.
La maggior parte delle persone nel corso dell’esistenza ha provato qualcosa di più di una grande tristezza anche se non di grado e frequenza, tali da giustificare la diagnosi di depressione. Spesso la depressione si associa ad altri problemi psicologici e a condizioni di ordine medico.
L’uomo che ha difficoltà di erezione durante il rapporto sessuale può andare incontro a depressione. Una persona che ha subito ad esempio un intervento chirurgico può soffrire di depressione per ciò che lei ritiene la perdita della sua integrità. I soggetti agorafobici possono avvilirsi per la loro incapacità ad avventurarsi fuori casa. In questi e in molti altri esempi la depressione è giustamente considerata secondaria ad un’altra condizione.
In questo contesto prenderemo in considerazione principalmente la depressione che si manifesta in quei soggetti per i quali il disturbo affettivo è il problema primario. La depressione è uno stato psicopatologico costituito dalla compromissione più o meno marcata dell’affettività, ed è rappresentata da condizioni di tristezza e di abbattimento dell’umore. La situazione depressiva appare come uno stato di tristezza accentuato, accompagnata da contenuti pessimistici variabili nella loro entità. L’ideazione può essere rallentata, fino ad arrivare ad un blocco più o meno disturbata dall’ansia o dalla tensione.
Sono presenti: Difficoltà o riduzione dell’espletamento delle attività e dell’energia, atteggiamenti mimici, mogi, tristi e preoccupati e una certa inibizione psicomotoria, inquietitudine, agitazione, e presenza di fenomeni vegetativi (disturbi dell’appetito, digestione, funzioni genitali, etc,.).
Sono presenti considerazioni improntate all’autosvalutazione, alla prevalenza dei sentimenti spiacevoli e penosi (colpa, rimorso, nostalgia, disperazione, etc.) e ad una visione negativa, del mondo e di se stessi. Si tratta di uno stato di svilimento dei sentimenti e un impoverimento dei valori individuali, caratterizzata dall’assenza di emozioni positive sia per il presente che per gli avvenimenti passati, associata alla difficoltà di progettualità del futuro (F. Gilberti, 1986).
C’è un generale accordo sui segni e sui sintomi più comuni della depressione (Robins e Guze, 1972; American Psychiatric Association, 1980): Disturbo Depressivo Maggiore (criteri secondo il DSM 4°) A.
Cinque dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di due settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è costituito da:
1. Umore depresso per la maggior parte del giorno; quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto (es. si sente triste e vuoto) o come osservato dagli altri (per es. appare lamentoso). Nei bambini e negli adolescenti l’umore può essere irritabile.
2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte le attività per la maggior parte del giorno (come riportato dal soggetto o come riportato da altri.)
3. Significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso; oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno.
4. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno
5. faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.
6. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti) quasi ogni giorno
7. Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi o indecisione quasi ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri.)
8. Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria, senza un piano specifico. B.
I sintomi non soddisfano i criteri per un episodio misto C. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento. D. i sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici di una sostanza (es. droga da abuso, un medicamento) o di una condizione medica generale (es. ipertiroidismo). I sintomi non sono meglio giustificati dal lutto, cioè dopo la perdita di una persona amata, i sintomi persistono per più di due mesi, o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica, ideazione suicidarla, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio.
Categorie diagnostiche
Nel DSM_IV sono elencati due disturbi affettivi principali, la depressione maggiore ed il disturbo bipolare. I sintomi della depressione maggiore, da alcuni chiamata anche depressione unipolare è caratterizzato da umore profondamente triste, turbe dell’appetito, del peso, del sonno nonché del livello di attività che abbiamo appena descritto.
La depressione maggiore è uno dei disturbi più diffusi. Approssimativamente secondo Weissman M. M. (1979) dall’8 all’11% degli uomini e dal 18 al 23% delle donne hanno avuto almeno una volta nella vita la probabilità di essere clinicamente depressi. Il disturbo è più frequente tra le persone appartenenti alle classi socio – economiche inferiori. I sintomi critici del disturbo bipolare sono l’umore euforico o irritabile, la loquacità e l’iperattività della mania. Va aggiunto che le persone che soffrono di soli episodi maniacali sono diagnosticate come affette da disturbo bipolare. Rispetto alla depressione maggiore l’incidenza del disturbo bipolare è molto più bassa, di circa l’1% della popolazione (Myers, 1981).
Il DSM III – R (1987) riporta che in Europa e in USA il 26 % di donne adulte e il 12% di maschi adulti ha provato l’esperienza della depressione maggiore. Nel DSM IV sono elencati due disturbi affettivi principali, la depressione maggiore, ed il disturbo bipolare. I sintomi della depressione maggiore, da alcuni chiamata anche depressione unipolare sono: umore profondamente triste, e le turbe dell’appetito, del peso, del sonno. In alcuni pazienti sono presenti sintomi melanconici, essi non provano più piacere in alcune attività e non riescono a sentirsi meglio, anche temporaneamente, quando accade loro qualcosa di positivo.
Il loro umore è del tutto diverso dal dolore normale ed è peggiore al mattino, presentano inoltre forti sensi di auto – svalutazione, e sentimenti di colpa possono essere rallentati oppure agitati e presentano un ideazione rispetto al futuro molto negativo .Per le teorie cognitive la tesi centrale è che gli individui depressi commettono gravi errori logici o distorsioni cognitive. A. Beck trovò che i pz depressi qualunque cosa accadesse loro tendevano a distorcere gli eventi nel senso dell’auto – biasimo della catastrofe e simili. Così ad esempio un evento interpretato da una persona normale come motivo d’irritazione come semplice inconveniente, ad esempio il cattivo funzionamento di un’automobile, viene interpretato dal pz. come un esempio ulteriore dell’assoluta disperazione della sua vita.
I depressi sono portati a conclusioni illogiche quando valutano se stessi, il mondo circostante e il loro futuro. Sembra che gli individui depressi abbiano appreso nell’infanzia uno o più schemi negativi che alimentano il disturbo. Così ad esempio un scema di inettitudine può far sì che i depressi si aspettino il più delle volte di “ sbagliare”. Uno schema di auto – biasimo li carica di responsabilità per tutte le disgrazie.
È connotata quindi l’ideazione cognitiva da 1. una percezione negativa di se stessi 2. visione negativa della realtà; difficile, irta di ostacoli 3. visione negativa del futuro così ogni giudizio negativo determina un’immagine di sé negativa, e ogni immagine di sé negativa origina un giudizio negativo, e così via di seguito. In anni recenti si è sviluppata la cosiddetta teoria dell’impotenza appresa di Seligman che sembra essere alla base della spiegazione della depressione. Egli ipotizzò che è il meccanismo dell’impotenza appresa alla base del meccanismo della depressione. E intuì come stati di impotenza negli mondo animale può fornire un valido modello per certe forme di depressioni negli esseri umani.
La depressione maggiore è uno dei disturbi più diffusi approssimativamente colpisce circa 8-11% degli uomini e il 18-23 % delle donne. I sintomi invece del disturbo bipolare sono umore euforico o irritabile, loquacità e iperattività della mania. L’incidenza della depressione bipolare è molto più bassa di quella della depressione maggiore, circa l’11% . Esiste un differenza significativa tra depressione unipolare e depressione bipolare. Coloro che soffrono del disturbo bipolare ad esempio dormono più del solito e sono rallentati, mentre coloro che soffrono di disturbo bipolare sono insonni e agitati. La depressione unipolare insorge in età più tardiva rispetto al disturbo bipolare, le età medie sono intorno ai trentasei e ventotto anni.
Bibliografia
American Psychiatric Association (1996). DSM – IV Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano, Parigi, Barcellona, Masson S.P.A.,
Beck A.T. et al (1996) – Terapia cognitiva della depressione. Bornghieri, Torino,
Beck A.T. (1972) – La Depressione. Boringhieri
Durgoni A. G. (1987) l’approccio cognitivo – comportamentale alla depressione. In Terapia del comportamento, n.13 Bulzoni,.
Durgoni G. (1987) . I comportamenti depressi in “Terapia del comportamento” n. 13 Gennaio – marzo, Bulzoni, Roma.
Gilberti F. (1986) Manuale di Psichiatria – Piccin & Vallardi,
Glen O. Gabbard (1995) Psichiatria psicodinamici. Raffaello Cortina editore.
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